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TRASPARENZA DEGLI AIUTI: L’ITALIA GUADAGNA TERRENO, MA IN EUROPA AUMENTANO LE DIFFERENZE TRA I DONATORI

Bruxelles, 8 ottobre 2014 – Nonostante gli impegni presi per una maggiore trasparenza sul fronte dell’aiuto pubblico allo sviluppo, un buona parte dei Paesi donatori europei fatica a rendere disponibili più informazioni sugli interventi di sviluppo.

L’Indice sulla Trasparenza dell’Aiuto (The Aid Transparency Index, ATI), pubblicato oggi  dall’organizzazione Publish What You Fund, analizza gli standard di trasparenza di 68 agenzie e organismi di cooperazione allo sviluppo, di Paesi tra cui Stati Uniti e Germania, e di organizzazioni come la Banca Mondiale e la Fondazione Gates.

“Secondo il Transparency Index, l’Italia migliora la propria posizione, ma si colloca ancora tra i Paesi con poca trasparenza (54esimo posto su 68), nonostante l’impegno a pubblicare i dati sugli aiuti secondo quanto previsto dagli standard internazionali” dichiara Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid. “Ancora poche le informazioni disponibili on-line in modo tempestivo. Il Governo italiano ha la possibilità per fare di più, se intende allineare la performance a quella delle istituzioni più virtuose entro il 2015. Anche sul terreno della trasparenza si gioca il futuro della cooperazione italiana”.

L’organismo più trasparente è UNDP, seguito dalla Millennium Challenge Cooperation USA, mentre la Cina si attesta all’ultimo posto della classifica, per il secondo anno consecutivo. In Europa, aumenta la distanza tra i diversi Stati membri: c’è infatti un numero crescente di buoni “performer” che hanno aumentato il loro standard di trasparenza, rendendo le informazioni  più accessibili; ma la maggioranza dei donatori europei hanno fatto pochi progressi.

Rachel Rank di Publish What You Fund dichiara: “C’è stato un avanzamento a livello politico, tra cui anche gli impegni presi a livello internazionale per la messa in opera di standard comuni entro il 2015; di fatto però ad un anno dalla scadenza, i progressi sono in una fase di stallo. L’indice mostra come, contrariamente alle promesse fatte in sede internazionale, e ai tanti discorsi in merito all’apertura dei dati, un numero impressionante di organizzazioni ancora non pubblicano i dati relativi agli interventi finanziati.”

Finlandia, Irlanda e Spagna presentano progressi in termini di trasparenza nel 2014, insieme al MAEDI (Ministero Francese per gli Affari Esteri e lo Sviluppo internazionale), che per la prima volta ha cominciato a pubblicare informazioni sugli aiuti a Paesi selezionati. Si tratta però di sforzi che sono messi a rischio da quei donatori europei che risultano indietro rispetto agli impegni presi.

Diciannove donatori UE sono nelle posizioni più basse dell’Indice: si tratta di nuove e vecchie agenzie, con budget variabili in termini numerici, tra cui i tre Paesi con Presidenza del Consiglio della UE, l’Italia (attuale) e Lettonia e Lussemburgo, Presidenti di turno durante il 2015, Anno europeo dello Sviluppo.

La Grecia rimane tra le posizioni più basse tra i donatori meno trasparenti della UE, al 67esimo posto della classifica delle 68 organizzazioni, solo un posto sopra la Cina. La Croazia, in quanto nuovo stato membro dell’Unione, è stato classificato dall’Indice per la prima volta quest’anno e si trova al 56esimo posto.

Per realizzare a pieno il potenziale di trasformazione degli open data e migliorare l’efficacia degli aiuti, l’Unione Europea deve lavorare congiuntamente verso una maggiore trasparenza degli aiuti e prendere ad esempio le buone pratiche sull’uso e la pubblicazione di dati.

 

Per maggiori informazioni:  http://ati.publishwhatyoufund.org/2014